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Magneti Marelli, smentito qualsiasi esubero imminente

Nessun esubero. Questa la conferma più importante che proviene da Magneti Marelli, che ha recentemente discusso i propri piani futuri con i sindacati. Il progetto industriale è stato rivisto in collaborazione con Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Aqcf, che al termine dell’incontro hanno diffuso un comunicato congiunto per comunicare i temi più importante del meeting.

Magneti Marelli – Cessione imminente

Tutt’altro che smentito, tuttavia, il passaggio dell’azienda in mano ai giapponesi di Calsonic Kansei. L’incontro di Corbetta (Milano) è stato soltanto una formalità in tal senso, con l’ufficialità che, presumibilmente, si concretizzerà a stretto giro di posta.

6 miliardi di euro. Questa la cifra che il conglomerato orientale verserà per annoverare MM all’interno del proprio stock. Tutte le operazioni preliminari, come riferiscono gli stessi sindacati, sono ormai state completate. Il tutto potrebbe concludersi entro la fine del primo semestre del 2019. Il cambio di proprietà simboleggia anche qualche piccola alterazione sotto il punto di vista dell’offerta.
In arrivo sul mercato ci sono, infatti, diversi nuovi prodotti.

La situazione per gli stabilimenti italiani di componentistica è invece un oggetto di discussione prioritario. Il comunicato dei sindacati ricorda il ricorso discontinuo alla cassa integrazione in alcuni dei 15 impianti di Magneti Marelli, mentre in quel di Melfi e Rivalta è in atto un contratto di solidarietà:

“Per tutte le fabbriche, in ogni caso, è previsto l’arrivo di nuovi prodotti, oltre al mantenimento di quelli esistenti stante l’accordo pluriennale di prosecuzione delle forniture verso FCA. Gli 8.815 dipendenti italiani di Magneti Marelli vedranno il proprio rapporto di lavoro proseguire senza alcuna interruzione né variazione; naturalmente, gli accordi collettivi in essere resteranno pienamente in vigore. Se in astratto può sempre dispiacere vedere acquisita una storica realtà industriale italiana, in questo caso non ci sono sovrapposizioni produttive che possano generare timori di chiusure o di esuberi. Speriamo, quindi, che la creazione di un grande gruppo davvero globale possa rappresentare un’occasione di sviluppo e di crescita” recita la parte conclusiva della nota comune.

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