Motore Wankel – Un momento, quello attuale dell’automotive, che necessità di un’idea brillante. La fase di transizione da termico ad elettrico si sta dimostrando più complicata del previsto, con diverse case produttrici in estremo ritardo sui piani.
Chi ha fatto un gran passo avanti è Mazda. Ed il tutto dando soltanto uno sguardo al passato. Lo spunto geniale è sorto da un’occhiata a vecchi brevetti, risalenti addirittura agli anni venti. L’autore? L’ingegnere tedesco Felix Wankel, che un secolo fa aveva già in mente un motore che oggi definiremmo rivoluzionario. Il propulsore che porta il suo nome sarà un tassello importante nella progettazione delle vetture plug-in. Il motore rotativo è un’esclusiva Mazda, visto che il brand giapponese ne detiene i diritti esclusivi dagli anni ’50. In questo modo, a Fuchu potranno vantarsi di essere gli unici a contare su una tecnologia destinata a cambiare le carte in tavola.
Motore Wankel – Come funziona?
Mazda ha già applicato in passato le suddette teorie. L’ultimo modello ad essere equipaggiato con un motore Wankel fu la RX-8, uscita di produzione nel 2012. Il tutto verrà riproposto in abbinamento alle nuove tecniche su cui i tecnici hanno lavorato negli ultimi anni. Il propulsore è esattamente il tassello mancante che permetterà di abbinare potenza ed emissioni compatibili con le nuove normative. Grazie al progetto, sarà possibile non rinunciare alla potenza e, allo stesso tempo, essere in linea con la volontà di rispettare l’ambiente.
Il piano di Mazda è quello di utilizzare il motore come Range Extender. In sostanza, esso verrebbe impiegato come generatore elettrico di bordo. Il suo potenziale, nettamente superiore a qualsiasi altro pezzo mai visto sul mercato, aumenta ulteriormente grazie all’incredibile silenziosità dei meccanismi.
Nel 2020, Mazda lancerà sul mercato il primo veicolo totalmente elettrificato nell’ambito del programma “Sustainable Zoom-Zoom 2030”. Il propulsore ricaricherà le batterie quando necessario, aumentandone la capacità e facendo dunque lievitare l’autonomia della macchina. In questo modo, si ovvierebbe al vero grande problema dell’automobile elettrica: la durata limitata.
Tutto ciò si traduce in un abbassamento dei costi, in quanto le automobili equipaggiate con un motore Wankel avranno necessità di batterie piccolissime.