Lettera di FCA a Renault – Ecco il primo grande passo verso un’operazione colossale. Si è mossa Fiat Chrysler Automobiles, inviando una lettera ufficiale a Renault. L’intenzione? Proporre una fusione in tutto e per tutto, con azioni suddivise al 50% per parte.
Il brand transalpino ha riunto il suo CDA e nei prossimi giorni studierà attentamente il contenuto dell’avance. Il Governo Francese, che ha una grandissima influenza in quanto a quote, ha già dato l’ok attraverso il portavoce Sibeth Ndiaye.
Il colosso partorito dalla fusione tra FCA e Renault sarebbe un’entità da quasi 9 milioni di unità vendute ogni anni. Ciò permetterebbe a Fiat di coprire alcune falle nella sua rosa di offerte, come ad esempio nei SUV. Ma soprattutto, “accoppiarsi” servirebbe a consolidare gli italo-americani nell’ambito dei marchi premium.
Per quanto invece concerne Nissan, azienda legata a doppio nodo alla Renault, la casa giapponese sembra destinata a restare in disparte per l’inizio delle collaborazioni. Allargando il tutto anche al brand orientale, il quantitativo di vetture vendute salirebbe a 15 milioni ogni anno solare.
Lettera di FCA a Renault – Le immediate conseguenze
La mossa di FCA ha già avuto effetti allucinanti in borsa, dove FCA ha vissuto un rilancio parziale del 18%. A fine giornata, Fiat Chrysler ha registrato un aumento del 7,9% mentre Exor, la società della famiglia Allegri, ha visto salire le proprie quotazioni del 6,1%. Un ottimo +12% per Renault.
In Francia, intanto, i sindacati chiedono la tutela dei diritti dei lavoratori francesi. La CGT chiede che lo stato francese mantenga una minoranza di blocco che permetta di tenere sotto controllo l’andamento delle operazioni.
E l’Italia? Claudio Borghi non esclude un possibile ingresso del governo nostrano nelle trattative, soprattutto per evitare che la Francia possa assumere troppo controllo nella situazione.
Il presidente John Elkann ha parlato di una “operazione che fa bene all’Italia” e del coraggio dimostrato da FCA come al momento della fusione Fiat-Chrysler: “Abbiamo imparato che queste operazioni possono portare grossi benefici. Nessun impatto, non ci sono chiusure di stabilimento in vista”.