Se la Formula 1 è un posto migliore, lo dobbiamo anche ad una sua vecchia gloria. L’incidente di Massa in Ungheria è stato un punto di svolta sotto il punto di vista della sicurezza, con le vetture che adesso sono sottoposte a controlli più rigidi per tutelare il benestare dei piloti che ogni weekend mettono a repentaglio la propria salute per il divertimento del pubblico.
Ricordiamo l’episodio per chi non ne fosse al corrente. Era l’anno 2009 e Felipe Massa sedeva a bordo di una monoposto Ferrari. Durante la sessione di qualifiche del sabato, il sudamericano sembra perdere improvvisamente il controllo della sua vettura. Pubblico ed esperti si chiedono il perché di un errore così banale, che un pilota del suo livello mai e poi mai avrebbe potuto commettere.
Dopo qualche minuto di apprensione, con la ambulanze che si affrettano sul luogo in cui la Rossa aveva terminato la sua corsa, un replay in slow-motion svela il tragico verdetto. Massa è stato colpito da una molla vagante dispersa dalla Brawn del suo amico e conterraneo Rubens Barrichello. Felipe perderà immediatamente conoscenza, riportando una commozione cerebrale e terminando con impeto contro il guardrail.
Incidente di Massa in Ungheria – Il lato positivo
In seguito all’accaduto, Massa si riprenderà e tornerà al volante della sua Ferrari, permettendoci di ripercorrere con un sorriso e con positività una giornata che avrebbe potuto altrimenti essere drammatica.
Ed è lo stesso Felipe a farlo, sottolineando il contributo dell’episodio nel miglioramento strutturale dei caschi:
“Sono contento di aver contribuito alla sicurezza nonché all’evoluzione degli elmetti. Rubens? Era molto preoccupato. Brasiliano come me, nonché amico personale del sottoscritto, era preso dai sensi di colpa”.
Barrichello non è stato però l’unico a far sentire il suo sostegno a Felipe: “Schumacher è venuto a trovarmi in ospedale. Avrebbe anche dovuto sostituirmi durante la mia assenza” ha rivelato l’ex, fra gli altri, della Sauber.