Non arrivano segnali incoraggianti dal mercato automobilistico italiano. L’industria del nostro paese sta attraversando un periodo di cambiamento e a frenarne lo sviluppo è anche il settore motoristico, che negli ultimi mesi ha registrato statistiche a dir poco disastrose. Ma analizziamo con ordine questi numeri:
Mercato automobilistico italiano – Cosa sta succedendo?
Nei primi due mesi del 2019, l’industria italiana ha fatto segnare un aumento di produzione dello 0,1%. Stime ottimistiche, che segnalano come il nuovo governo stia avendo un apporto positivo sull’economia della Nazione. Il 2018 si era concluso con quattro mesi decisamente sottotono, dai quali finalmente il mercato nostrano si sta rialzando.
Rispetto a gennaio 2019, la filiera italiana dell’industria è cresciuta del +0,8%. Parliamo di un +0,9% se paragonato a febbraio dello scorso anno. Ciò permette di sperare bene nel PIL, che dovrebbe finalmente registrare una rinascita dopo tanti anni tempestosi.
Questo è quando evidenziato da Istat in uno dei propri rapporti. “L’ipotesi che si verifichi un calo è remota. Anche se succedesse, come quello tendenziale nell’ordine del 6% paventato da Confindustria per marzo, il primo trimestre si rivelerebbe in ogni caso positivo”.
E’ d’accordo anche Gian Primo Quagliano, presidente di Centro Studi Promotor: “Queste crescite, pur inserendosi in un contesto di dati statistici prevalentemente di natura negativa, rendono meno probabile che il dato sul Pil del primo trimestre 2019, che verrà diffuso il 30 aprile, faccia registrare la terza contrazione congiunturale consecutiva che sancirebbe il passaggio dalla recessione tecnica alla recessione conclamata. Se infatti il Pil nel primo trimestre 2019 non accusasse un calo sul trimestre precedente lo scenario che si prospetterebbe non sarebbe più di recessione conclamata, ma semplicemente di stagnazione”.
Sulla crescita dell’Italia, dicevamo, incide tanto il settore automobilistico: nonostante i beni di consumo siano saliti del 4,7%, la produzione di veicoli in Italia è calata del 10% rispetto allo scorso anno, con una flessione del 13,8% nei primi mesi del 2019.