Morto Bruce Meyers, papà delle dune buggy, ossia la moderna “macchinina” per la sabbia rese famose anche grazie a tanti film.
Morto Bruce Meyers, addio al creatore delle dune buggy
Si è spento all’età di 94 anni Bruce Meyers. Se ne andato il papà delle dune buggy. Proprio dalla sua creatività e dal suo ingegno negli anni ’60 arrivò quella macchina per la sabbia che conosciamo oggi. Si tratta di quella piccola vettura destinata alla marcia sulla sabbia. Un veicolo che poi con il passare del tempo si è totalmente votato al divertimento estivo, soprattutto nelle località balneari. Molti infatti colo che la utilizzano per scorazzare a tutta velocità sulle spiagge deserte per divertirsi al meglio.
La Meyers Manx nel 1964
Classe 1926, Meyers era un designer di scafi in vetroresina, oltre che appassionato surfista. Proprio il suo amore per il mare, portò Meyers ad immaginare delle auto adatte alla sabbia. Ecco l’idea delle dune buggy che nei primi anni Sessanta, si prodigò concretamente per dotare di carrozzeria gli scarni telai che venivano utilizzati per saltare sulle dune. Ecco così che nel 1964 lanciò la sua “Manx“. Si trattava di una vettura derivata da un vecchio pianale Volkswagen. Questa la prima moderna dune buggy, che vedeva l’assenza di porte e cofani, un motore totalmente scoperto, fiancate ad onda, gomme larghe e fari esterni.
Il successo tra gli anni ’60 e ’70
Sulla scia di un rapido successo della Manx, spinta anche dai movimenti di contestazione di fine anni ’60, furono numerosi i costruttori che riproposero l’idea di Meyers lanciando sul mercato dei kit di montaggio destinati a trasformare in dune buggy i maggiolini Volkswagen a fine carriera. Nel 1978 Bruce Meyers è stato inserito nella Off-Road Motorsports Hall of Fame (ORMHOF).
Approfittando del momento storico la macchina ha avuto un forte successo. Infatti, un'”antimacchina” come la Manx, fece esplodere una moda esplose tanto che diversi costruttori copiarono l’idea di Meyers, proponendo kit di montaggio per modificare dei maggiolini a fine carriera. Alla fine degli anni sessanta le dune buggy circolanti negli Stati Uniti erano più di 20.000, e i primi esemplari cominciavano ad essere esportati nel vecchio continente, guadagnando un rapido consenso.
Anche in Europa, considerata la semplicità costruttiva e la facilità di reperire le meccaniche Volkswagen, i costruttori di queste vetture in scatola di montaggio si diffusero, particolarmente in Inghilterra e in Italia. Le “dune buggy”, nei primi anni settanta, soppiantarono rapidamente le locali “spiaggine” e divennero un fenomeno di gran moda che si spense sul finire del decennio. Nel 2004 uno dei 30000 esemplari è stato protagonista dell’ultimo episodio della seconda stagione della serie di Affari a quattro ruote.
Nel 2016 in The Grand Tour, programmo condotto da Jeremy Clarkson, Richard Hammond e James May, ha dedicato una puntata alle Dune Buggy dove acquistarono dei modelli tradizionali e li modificarono a loro piacimento per l’obiettivo principale: attraversare il deserto della Namibia.