535 milioni di euro. E’ questa la cifra che Porsche dovrà pagare per non essersi adeguata in tempo al nuovo regolamento sui motori diesel. I giudici tedeschi hanno inflitto un provvedimento severissimo al brand teutonico, reo di non aver regolarizzato degli scarichi che non rispondevano agli standard di legge. La magistratura ha inoltre tenuto a specificare che l’avvenuto non fermerà i procedimenti penali di cui dovranno farsi carico i responsabili. I colpevoli pagheranno personalmente, dunque. Non è escluso il coinvolgimento del carcere.
Multa a Porsche – Maggiori ragguagli
L’azienda, da parte sua, ha voluto sottolineare come nessuno dei motori utilizzati sia stato effettivamente prodotto da Porsche. Essa si appoggia infatti a Volkswagen, sorella del gruppo Audi. La difesa ha chiesto di essere punita, eventualmente, solo riguardo la mancanza di controlli effettuati. Un errore che tuttavia non potrà essere ripetuto in futuro, dato che Porsche ha già annunciato l’addio al gasolio per concentrare tutte le proprie energie sulla motorizzazione a benzina. La sanzione a Porsche è una diretta conseguenza dello scandalo dieselgate, che da qualche anno a questa parte attanaglia il mondo dell’automobilismo. Dal settembre 2015, Volkswagen è stata costretta a pagare oltre 30 miliardi di euro in sanzioni, di cui uno nel solo 2018. Meglio è andata ad Audi con “soli” 800 milioni di penale.
Ma quali sono i nomi delle persone coinvolte? Innanzitutto, di mezzo ci va Martin Winterkorn, l’ex CEO del gruppo VW. Ciò non significa che l’attuale numero uno sia esente da possibili procedimenti; tutt’altro, perché anche Herbert Diess rischia grosso. Possibilmente, un trattamento simile potrebbe essere riservato a Dieter Poetsch. L’accusa nei loro confronti è quella di non aver avvertito in tempo gli azionisti di ciò che stava succedendo.
Ciò potrebbe comportare sanzioni per altri brand del conglomerato, attendendo le decisioni della Procura di Stoccarda al termine delle investigazioni su Daimler e Bosch.