Il 29 marzo prossimo sapremo a tutti gli effetti chi è il vincitore della prima gara stagionale di MotoGP. Il verdetto della pista è chiaro: Andrea Dovizioso ha tagliato il traguardo prima di tutti; ma secondo quattro team si tratta di un trionfo illegittimo.
Al centro della questione ci sarebbe un’appendice di troppo montata sulla moto del pilota di Forlimpopoli, che avrebbe notevolmente avvantaggiato la sua Ducati rispetto agli avversari.
In merito alla questione è intervenuto il direttore generale di Ducati Corse, Luigi Dall’Igna, che in un’intervista si è espresso in questi termini:
“Siamo molto perplessi, specialmente per le modalità con cui è avvenuto questo ricorso. Prima della gara in Qatar, tutte le bagarre di livello tecnico sono state affrontate in maniera diversa e risolte nelle sedi opportune. E’ la prima volta che una coalizione di team decide di muoversi in questa maniera: è un comportamento diverso e molto negativo. Hanno messo il discussione il Direttore Tecnico Danny Aldridge, che è l’unica persona che possa prendere una decisione in merito. Così la MotoGP diventa un far west; rischiamo di avere un ricorso ad ogni gara” ha dichiarato Dall’Igna.
“Con le loro azioni, i quattro team rischiano di privare il Pannello dei Giudici del loro potere. Questo è un’operato che dà un’idea di completa sfiducia nei confronti degli organi competenti.
Siamo tranquilli perché il nostro operato rispecchia perfettamente quanto indicato nelle regole. Ducati è assolutamente fiduciosa che le verrà data ragione anche in fase di ricorso.
Il comportamento del nostro team è sempre stato corretto. Di cose del genere abbiamo sempre discusso nei luoghi adatti. Ci sorprende il comportamento di Honda, uno dei padri fondatori di questo campionato.
Yamaha? Non ne abbiamo parlato con loro, ma evidentemente hanno deciso di restare fuori dalla questione perché, come noi, pensano che Ducati non abbia commesso alcuna irregolarità” ha ipotizzato Dall’Igna al termine del suo intervento.