Morto Max Mosley, all’età di 81 anni. Arrivato al vertice del motorsport, aveva partecipato a mettere in sicurezza della F.1. Nel 2008 lo scandalo delle “feste naziste”.
Morto Max Mosley, si è spento l’ex presidente della FIA
È morto a 81 anni il famoso dirigente inglese che nel motorsport ha ricoperto cariche illustri, fino ad arrivare alla presidenza della Fia, il suo massimo organo di governo.
Mosley è stata una delle figure più rilevanti del mondo dei motori, un dirigente figlio di un padre ingombrante, Oswald, leader del partito fascista britannico, che è arrivato al vertice del motorsport dopo aver ottenuto risultati modesti da pilota, essere diventato avvocato, ma soprattutto aver contribuito alla crescita della F.1 insieme al suo socio e amico Bernie Ecclestone.
Co-fondatore del team March Engineering e presidente della FIA dal 1993 al 2009 subentrando al francese Jean Marie Balestre. A darne la notizia è stato un amico e compagno di mille battaglie Bernie Ecclestone, intervistato da vari organi di stampa britannici.
Dagli inizi con la scuderia March, Mosley insieme a Ecclestone ha fondato la FOCA, un’associazione per aumentare i guadagni delle scuderie, embrione del Patto della Concordia che gestisce il lato economico e commerciale della F.1. Attento anche al lato della sicurezza delle corse, Mosley è stato in prima linea nella battaglia per rendere più solide le monoposto – ha reso più severi i crash test e patrocinato l’utilizzo del collare Hans -, ma pure le vetture stradali, promuovendo l’European New Car Assessment Programme (Euro NCAP) ora divenuto standard per la sicurezza passiva delle auto.
Prese il posto del francese Jean-Marie Balestre nel 1993 a capo dell’attuale Fia, all’epoca Fisa. Rimase in carica grazie a tre rielezioni – nel 1997, 2001 e 2005 – fino allo scandalo sessuale circa la sua partecipazione a un festino a sfondo nazista. Uno scandalo svelato nel 2008 dal quotidiano inglese News Of The World. Situazione che lo portò ad essere citato in giudizio e condannato a pagare 60 mila sterline per violazione della privacy. Causa che lo costrinse a non riproporre la sua candidatura. Al suo posto, dal 2009, gli è subentrato Jean Todt come n.1 della Fia.
“È come perdere un familiare, è come perdere un fratello – ha dichiarato l’ex patron della Formula 1 alla BBC – Ha fatto un sacco di cose buone non solo per il motorsport, anche per l’industria automobilistica. È stato molto bravo nell’assicurarsi che le persone costruissero auto sicure”.