Delle volte lasciare la vecchia strada per quella nuova è una manovra che non porta ai risultati sperati. Una frase che vale per tante cose nella vita e che è certamente applicabile anche al mondo dei motori. In questo caso ci riferiamo alla MotoGP ed in particolare alla Yamaha. Sembra proprio che la due ruote giapponese crei una dipendenza da vittorie che poi svanisce nel momento in cui il pilota in questione consuma il proprio addio per cambiare bandiera. Una semplice curiosità o un dato di fatto con il quale iniziare a fare i conti? Un indizio può essere una coincidenza, due indizi pure, ma tre indizi -diceva Agatha Christie- fanno una prova.
Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, due nomi di primissimo piano nel panorama del motociclismo agonistico. Entrambi sono riconosciuti unanimamente come due dei più grandi campioni che questo sport abbia mai visto, eppure qualcosa è andato storto al momento del loro addio alla Yamaha.
Il nove volte campione del mondo non è mai riuscito a trovare una vera e propria quadratura del cerchio con Ducati; risultati che l’hanno indotto a rientrare poco dopo a casa base. Lo stesso si può dire del maiorchino, che a bordo dell’italiana ha ottenuto pochi insignificanti successi.
Quest’anno è il turno di Johann Zarco, passato alla KTM dopo un’esperienza molto positiva con Yamaha. Il francese non è riuscito a confermare gli ottimi risultati della scorsa stagione, deludendo le grandi aspettative che il team -e i suoi supporter- coltivavano nei suoi confronti.
Non smentisce la teoria il ds di Ducati Paolo Ciabatti, per il quale “sembra che i piloti che arrivano in MotoGP con Yamaha sembrano avere grandi difficoltà ad adattarsi al cambiamento. Tralasciando Rossi, per piloti come Lorenzo e Zarco è più difficile essere flessibili. Johann, comunque, è un pilota veloce: sono sicuro che un giorno si troverà una soluzione”.