E’ stato un compleanno agrodolce per Andrea Dovizioso, il vincitore del gran premio stagionale d’esordio in MotoGP. In Qatar, il pilota italiano è stato il primo a tagliare il traguardo, ma nei prossimi giorni potrebbe essergli sottratto quel tanto sudato successo che secondo quattro team rivali è del tutto illegittimo.
Ma facciamo un piccolo passo indietro.
COSA E’ ACCADUTO
Il nocciolo della questione è un piccolo – quanto importante – spoiler montato sulla Ducati dell’asso di Forlimpopoli. Aprilia, KTM, Honda e Suzuki hanno presentato un ricorso ufficiale poiché ritengono illegale tale appendice, che sembra conferire alla moto una particolare capacità aerodinamica. Non ci sono dubbi che questa componente abbia “drogato” le prestazioni di Dovizioso, ma l’importante è stabilire quanto questo pezzo sia legale o meno.
I quattro team sopra citati sostengono che un’installazione del genere sia del tutto irregolare, mentre in Ducati si difendono dicendo di non aver mai infranto le norme. Tutto sta nell’interpretazione di alcuni cavilli così ambigui da lasciare in mano alla Commissione una decisione estremamente complicata.
Nella giornata di ieri, i vertici si sono riuniti senza però trovare un punto d’accordo. In una riunione – fiume, durata più di sei ore, è stato impossibile stabilire dove giace la ragione e dove il torto.
Più tempo passa, più permea la sensazione di vittoria per la Ducati. Sembra che le ragioni presentate in Commissione dal team italiano abbiano convinto maggiormente gli addetti, che potrebbero dare per buona la versione che “lo spoiler serve soltanto per raffreddare le gomme e non ha alcun effetto secondario sulla motocicletta”.
In Ducati fanno poi appello alla decisione in prima istanza del Direttore Tecnico Danny Aldridge, il quale aveva immediatamente respinto il ricorso iniziale. Dall’Igna ritiene Aldridge l’unico deputato a prendere una posizione in merito alla questione, ma la realtà dei fatti impone che sarà la Commissione a stabilire quanto valida sia davvero la vittoria di Andrea Dovizioso.